Anche per le materie che nella narrazione del Governo dovrebbero essere tutelate dalla propedeutica definizione dei LEP, Livelli essenziali delle prestazioni, questa definizione rimane virtuale e propagandistica perché nella legge quando si parla di Lep non si fissa come condizione necessaria anche il loro finanziamento.
Inoltre, la legge sull’autonomia differenziata abolendo l’attuale fondo di perequazione e collegando la futura distribuzione di risorse alla spesa storica di ogni singola regione, colpisce le parti più deboli del Paese e cronicizza i divari che esistono non solo tra Sud e Centro Nord ma anche all’interno dei contesti territoriali, ad esempio tra aree urbane e aree rurali o tra i centri e le periferie delle città.
Insomma, la legge Calderoli svuota di senso la nostra Costituzione e in particolare l’art. 3 perché sarà impossibile per la Repubblica rimuovere in modo uguale in tutto il Paese gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Per questo la CGIL è stata fra i primi soggetti che hanno richiesto l’abrogazione totale dell’autonomia differenziata. In queste settimane di raccolta firme, è stata fondamentale l’azione capillare e unitaria di tutte le forze che si sono mobilitate per raggiungere tale risultato, e trovare argomenti e linguaggi capaci di arrivare alle persone e di spiegare loro l’impatto che l’autonomia differenziata avrà sulla loro quotidianità, in primis su salute, scuola, servizi pubblici, salari.