Dignità, Libertà e Democrazia: questi sono gli obiettivi che la Cgil si propone di realizzare attraverso la proposta di disegno di legge di iniziativa popolare.

 

Libertà e Dignità delle persone che lavorano, attraverso il riconoscimento di diritti universali senza più distinzioni tra lavoratori subordinati, precari, autonomi.

 

Democrazia, per dare efficacia generale alla contrattazione come strumento che regola i rapporti di lavoro, sottraendo i lavoratori alla rigidità della legge e generalizzando processi di estensione e partecipazione democratica in tutti i luoghi di lavoro (estensione delle Rsu e consultazione dei lavoratori rispetto alle scelte contrattuali).

Infine, riscrivere le tipologie contrattuali, spazzando via la precarietà che ha avvelenato il mondo del lavoro nell’ultimo ventennio.

 

In questi anni — infatti — il diritto del lavoro, lo stesso “diritto ad avere diritti” nell’esercizio del proprio lavoro, è stato negato alla radice: è stata invece l’impresa la vera protagonista di quella legislazione, sempre più prepotente verso i lavoratori e sempre meno responsabile nei loro confronti e verso la società nel suo complesso.

 

Precarietà, appalti, negazione delle libertà sindacali e diritti negati ai nuovi lavoratori sono stati elementi con i quali le imprese hanno scelto di competere nella globalizzazione, diminuendo il valore dei prodotti, dei servizi e svalorizzando il lavoro.

 

Non c’è niente di innovativo nelle leggi che negli ultimi vent’anni hanno reintrodotto il lavoro minorile, che consentono il demansionamento e i controlli a distanza senza accordi sindacali che tutelino i lavoratori dagli abusi; non c’è modernità nell’idea che i licenziamenti illegittimi, senza una giusta motivazione, non debbano essere sanzionati rendendo ai lavoratori giustizia; nessuna modernità, infine, è riscontrabile nelle norme che hanno cancellato il diritto alla continuità occupazionale dei lavoratori negli appalti e che hanno esteso il precariato.

 

Nella proposta di Carta dei diritti universali del lavoro la Cgil dà una traduzione legislativa all’idea che i lavoratori hanno dei diritti che sono riconosciuti sempre. Questi sono esigibili, effettivi e inderogabili in virtù della loro derivazione costituzionale: ad essi si dà traduzione ed esigibilità attraverso una contrattazione “espansiva” e, per la prima volta nella storia italiana, dotata di efficacia generale. Solo in questo modo il lavoro potrà essere competente, qualificato e valorizzato, contribuendo così alla crescita di un paese che vuole rinnovarsi aumentando il benessere collettivo.

 

La scelta, fatta dalla Cgil con la proposta di Carta dei diritti universali del lavoro, di dare valore ai saperi, di tutelare la professionalità, di estendere i diritti rispettando le peculiarità del lavoro autonomo e di ampliare la partecipazione democratica, vuole rinnovare il Lavoro tutelandone la qualità e i diritti.

 

La “Carta” estende e aggiorna lo Statuto dei Lavoratori per dare risposte e tutele a tutti, riportando i diritti in capo alle persone che lavorano, indipendentemente dal settore, dalla dimensione di impresa, dalla tipologia contrattuale, dall’essere autonomi, subordinati o atipici.

 

Inclusione, coesione, partecipazione, democrazia sono i valori scolpiti nell’articolato del progetto di legge, con l’obiettivo di ricostruire ed estendere Libertà e Dignità al Lavoro.