Stiamo vivendo tempi inediti e drammatici. Tra cento anni sui libri di storia leggeranno di queste settimane e noi oggi abbiamo la responsabilità di viverle.

Dobbiamo riconoscere che questa pandemia ci ha obbligati a fermare la macchina dei nostri più svariati impegni: personali, familiari, scolastiche, lavorative ed anche culturali.

Tutti vorremmo mettere in atto le nostre belle iniziative ma non sempre possiamo farlo. La pandemia non c’è lo permette, ecco perché, oggi non siamo in grado di darvi delle date.

Qui allora si apre lo spazio non tanto di un altro “fare” quanto dell’“abitare” questo tempo.

Dante, ci esorta ad aver fiducia, quando nell’ultimo verso dell’inferno, dopo aver faticosamente attraversato la “natural burellache collega l’Inferno alla spiaggia dell’antipurgatorio scrive: E quindi uscimmo a riveder le stelle.

Dante e Virgilio, alla fine contemplano lo stellato cielo notturno dell’altro emisfero: è un presagio di speranza dopo le tenebre precedenti, “come pura felicità dello sguardo“.