Dopo l’approvazione alla Camera il 18 settembre 2024 del così detto “ddl sicurezza” è stato immediatamente trasmesso al Senato. Provvedimento definito “forse reazionario” e nato “per colpire i più deboli”, “senza assicurare né maggiore sicurezza né deterrenza”.

Non si può andare avanti così, con modifiche a macchia di leopardo sulla giustizia. Quest’ultima avrebbe invece bisogno di una riforma organica, sistematica.

Ormai, soprattutto, non c’è più equilibrio nella stessa richiesta punitiva.

Se non è pensabile nella legge contro i rave party una pena da 3 a 6 anni per chi vi partecipa, altrettanto non è pensabile una pena da 2 a 7 anni per chi occupa abusivamente un immobile così come previsto nel recente ddl, mentre chi spara con una 44 magnum in un luogo pubblico è punito con 103 euro di ammenda.

Una previsione davvero stigmatizzabile è che, con tutto il rispetto per le forze di polizia, adesso tolgono la discrezionalità ai magistrati sulle aggravanti che hanno inserito per resistenza a pubblico ufficiale ma, strumentalmente, la rimettono sulla questione delle detenute madri, perché dovranno essere i magistrati, a decidere se quelle con figli da 0 a 12 mesi dovranno essere rinchiuse.

Molto probabile non andranno lo stesso in carcere, ma la responsabilità dinanzi agli occhi dei cittadini sarà ora dei magistrati e non del legislatore.