Pane, pace, lavoro. Tre necessità vitali, tre moti d’impulso che animarono le lavoratrici e i lavoratori delle fabbriche milanesi e briantee, nella primavera del 1943, in una città bombardata dal cielo e vessata da terra con le angherie del fascismo.

Gli operai incrociarono le braccia, nonostante il regime vietasse loro il diritto di sciopero. Furono moti di resistenza repressi duramente, con arresti e violenze di ogni genere.

Pochi mesi dopo Mussolini sarebbe stato deposto, per poi risorgere in autunno, a capo della famigerata Repubblica Sociale, governo fantoccio servo del nazismo.