Una firma tira l’altra e in un baleno siamo arrivati a quattro milioni. Che è un piccolo miracolo in tempi bui come questi, dove partecipazione e libertà sembrano tentennare come il volo di un moscone. Ed invece, banchetto dopo banchetto, spid dopo spid, la vituperata e novecentesca Cgil ha portato a casa la pagnotta. Il minimo sindacale, direbbe qualcuno, che rappresenta però un traguardo per nulla scontato. L’obiettivo era sì numerico, ma in realtà nascondeva un’insidia sociale. Il più grande sindacato italiano riesce ancora a intercettare il bisogno reale delle persone e a rimettere al centro il lavoro dignitoso, sicuro, tutelato, stabile? La montagna di schede consegnate al Palazzaccio è già una sentenza di primo grado. L’appello sarà però durissimo: smuovere il pigro quorum ad andare a votare l’anno venturo. A quel punto sì che libertà e partecipazione faranno festa sotto l’albero.