Il governo cancella il Reddito di cittadinanza per 500.000 famiglie, concedendo un’una tantum di 382,50 euro per i beni di prima necessità – ovvero meno di un caffè al giorno.

Quindi –prima si cancella il Rdc, risparmiando a regime 2,7 miliardi di euro da uno strumento di contrasto alla povertà, poi, anziché intervenire sul potere d’acquisto di salari e pensioni, si stanziano solo 500 milioni di euro per una misura dall’impatto risibile.

Offendendo anche chi ne ha bisogno, precompilando una lista di beni di consumo, dove viene specificato che si può acquistare solo beni alimentari di prima necessità, per paura che con €. 1,04 al giorno si possa acquistare dolci e champagne, per festeggiare l’essere diventati improvvisamente “ricchi”.

Dico io se volete fare un regalo fatelo ma non offendete l’intelligenza persone in condizioni di disagio e povertà.

Di fronte a ciò risultano davvero roboanti, al limite dell’imbarazzo, le dichiarazioni dei vari esponenti del governo.

Ci chiediamo se è veramente questo il modo con cui la “Giorgia nazionale” intende sostenere le famiglie in difficoltà? Oppure è un ulteriore schiaffo alla dignità delle persone. in condizioni di disagio e povertà.

Il governo di centrodestra, nel vuoto assoluto di idee e per dimostrare che sono al lavoro, hanno inventato un metodo comunicativo molto semplice: si presentano bonus poi si cambiano i nomi si mescolano un po’ le carte et voilà le jeux sont fait: ecco la “nuova” (sic!) proposta governativa.

Come hanno fatto con l’ultimo bonus denominato “Social bonus – Dedicato a te”. In pochi mesi lo hanno chiamato in modi diversi il primo nome fu: Reddito alimentare – poi Carta acquisti, poi ancora Carta solidale per alimenti, reddito alimentare, oggi Social card Dedicata a te.

Che poi uno dice: “Ma non è sempre la stessa cosa? Mi sembra di averli già sentiti!”