Innanzitutto per una Italia unita, libera e giusta. Per rivitalizzare la democrazia oggi in crisi basta osservare il livello di astensionismo registrato nelle ultime tornate elettorali.
La crisi ha radici profonde e dipende innanzitutto dalle condizioni materiali di vita e di lavoro di una larga fascia della società, che sono in peggioramento da anni e non trovano nessuna risposta da parte delle Istituzioni.
Se vogliamo davvero salvare la nostra democrazia non ci sono scorciatoie: va affrontata e risolta la questione sociale, da qui il legame inscindibile tra referendum contro l’autonomia differenziati e i 4 della Cgil che lo scorso 19 luglio ha consegnato in Cassazione ben 4 milioni di firme.
Già oggi l’aspettativa di vita di un bimbo nato a Napoli o a Reggio Calabria è inferiore rispetto a quello nato a Milano o a Bolzano.
Domani non solo i divari nei determinanti della salute aumenteranno, ma con l’Autonomia Differenziata chi avrà le risorse potrà curarsi gli altri no. E sarà più veloce il processo si smantella mento del Servizio Sanitario Nazionale e la privatizzazione della salute.
Altro che ricostruzione della sanità territoriale che la pandemia ha dimostrato essere indispensabile per tutelare la salute di ciascuno e pure quella pubblica.
Per firmare con il cellulare
I padri e le madri costituenti avevano ben presente che Italia fosse quella uscita dalla guerra, quanto fosse disgregata e frammentata. E pure ingiusta.
Misero in Costituzione due principi fondanti la nostra società, da un lato la tassazione deve essere progressiva proporzionata al reddito, dall’altro che il sistema di welfare pubblico e universale fondato sul principio di solidarietà, è lo strumento per redistribuire la ricchezza prodotta dal Paese.
La Legge Calderoli prevede che il “residuo fiscale” rimanga alle regioni più ricche e così, con un tratto di penna si cancellano i due principi fondanti la nostra società senza più solidarietà e redistribuzione della ricchezza tra regioni finirebbe il welfare pubblico e universale e così ci impoveriremmo tutti, sia i cittadini del Nord che quelli del Sud.