Pensioni

 

Cgil, Governo apra confronto,

 

serve approfondimento su quota 100

La CGIL ritiene opportuno che il Governo apra un confronto con il sindacato sulla previdenza rispondendo alla richiesta avanzata da Cgil, Cisl e Uil al ministro Di Maio lo scorso luglio e affrontando i temi contenuti nella Piattaforma sindacale unitaria.

L’ipotesi riguardante quota 100 a 62 anni merita un approfondimento e, se venisse formalizzata senza vincoli surrettizi, sarebbe una cosa positiva.

Ma questo tema non esaurisce le questioni previdenziali da affrontare con urgenza, perché quota 100 riguarda una parte limitata del mondo del lavoro.

Tale soluzione lascerebbe fuori quasi del tutto i giovani, le donne, il lavoro discontinuo, intere aree geografiche del Paese, per i quali, non essendo in grado di raggiungere i livelli previsti di contribuzione (quota 100 a 62 anni), le condizioni rimarrebbero quelle previste dalla legge Fornero.

A maggior ragione se venisse superata l’Ape sociale, che, per alcune categorie più deboli di lavoratori, prevede un minimo di contributi che può andare dai 28 ai 36 anni”.

È necessario quindi affrontare e risolvere definitivamente il tema esodati, la proroga di opzione donna e la questione dei 41 anni. Garantendo naturalmente per gli attuali pensionati l’effettiva tutela del valore della loro pensione, scongiurando anche i rischi di illegittimi ricalcoli o contributi di solidarietà da prelevare anche dalle pensioni di importo medio.