Lo sappiamo, ne siamo certe. Non è cambiato nulla da dieci anni a questa parte, nonostante le conferenze, i progetti, le discussioni. E allora perché non scendiamo in piazza e ci stiamo finché non vengono esaudite le nostre richieste?
La questione è complessa, ma esistono delle soluzioni. In realtà molte di noi ne parlano da tempo e, pur senza la pretesa che i percorsi tracciati possano presto raggiungere un obiettivo che in questo momento di sconforto ci sembra lontanissimo, tuttavia abbiamo individuato dei capisaldi imprescindibili.
Perché le cose devono cambiare: rassegnarsi significa siglare un nuovo consenso di fronte alle prossime condanne a morte.
Ecco perché proponiamo incontri di formazione su “accoglienza vittime di violenza di genere”, sui quali lavorare.