Cosa sta accadendo? Sembra che all’improvviso ci domandiamo come arginare quest’ondata di violenza che sta colpendo donne e ragazze. Perché ci stiamo rendendo conto che, molti si sono dimenticati le migliaia di donne uccise negli anni passati, ma il sorriso di quelle donne non ci abbandona, la loro orribile fine si erge a tetro monito che a breve capiterà un altro femminicidio.

Lo sappiamo, ne siamo certe. Non è cambiato nulla da dieci anni a questa parte, nonostante le conferenze, i progetti, le discussioni. E allora perché non scendiamo in piazza e ci stiamo finché non vengono esaudite le nostre richieste?

La questione è complessa, ma esistono delle soluzioni. In realtà molte di noi ne parlano da tempo e, pur senza la pretesa che i percorsi tracciati possano presto raggiungere un obiettivo che in questo momento di sconforto ci sembra lontanissimo, tuttavia abbiamo individuato dei capisaldi imprescindibili.

Perché le cose devono cambiare: rassegnarsi significa siglare un nuovo consenso di fronte alle prossime condanne a morte.

Ecco perché proponiamo incontri di formazione su “accoglienza vittime di violenza di genere”, sui quali lavorare.